Interconnessioni

In parallelo al progetto site-specific “Superdecor” di Devis Venturelli, gli spazi della
galleria al Frantoio di Capalbio ospitano la mostra “Interconnessioni” che riunisce le
opere di Antonio Ambrosino, Massimo Biondi, Massimo Tosini e una serie di
scatti di Isaco Praxolu in un inedito incontro fra percorsi, linguaggi e poetiche assai
peculiari, ma estremamente distanti fra loro, con l'intento di mettere in luce
inaspettate connessioni.
I lavori e le installazioni di Antonio Ambrosino (Napoli, 1982) in legno e in
terracotta testimoniano il suo interesse per la natura e per i fenomeni che la regolano,
con i suoi processi di metamorfosi legati anche al trascorrere del tempo e ai segni che
da esso derivano, ponendo l'attenzione al mondo della materia e delle forme a cui egli
infligge il segno tangibile della sua presenza.
Le opere grafiche di Massimo Biondi (Marradi - FI, 1953), eseguite con una tecnica
minuziosa e puntuale, registrano un'inventiva di ispirazione Dada e surrealista nella
modalità con cui assembla e associa oggetti di vario genere in composizioni pur
sempre rivolte ad esiti figurativi. Analogamente le sue sculture in legno derivano
dalle suggestioni formali ed estetiche di tronchi d'albero e rami recuperati e a cui
restituisce una nuova funzione.
Massimo Tosini (Parma, 1955) da anni lavora ispirandosi e facendo propri i principi
dell'estetica Zen approdando in pittura, come nella ceramica, a raffinatissimi grafismi
nei quali è l’intuizione o l'impulso creativo che conduce l’artista a raggiungere un
risultato con immediatezza e spontaneità, senza elaborazioni ulteriori e, allo stesso
tempo, con forte vitalità.
Infine, gli scatti in movimento di Isaco Praxolu (Cagliari, 1979) trasfigurano gli
interni della galleria in uno spazio altro ma ben riconoscibile, mettendo in relazione
l'attimo che sfugge allo scatto fotografico in immagini assai vicine alla pittura
digitale, caratterizzate da improvvisi sdoppiamenti dei soggetti ritratti e da una
enfatizzazione quasi allucinatoria dei timbri cromatici.
Il complesso di tali ricerche, seppur differenti e legate anzitutto a specifiche attitudini
ideative, genera interconnessioni e cortocircuiti che si diramano da un lavoro all'altro
e condivide la necessità trasfigurante dell'atto creativo teso a trasformare immagini,
forme e materie per rintracciare ulteriori formule linguistiche e sguardi trasversali sul
vissuto e sulla realtà.